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“L’autonomia ricavata nel campo degli ammortizzatori sociali – spiega Olivi - ci ha permesso di portare in Trentino un’idea nuova nel sistema tradizionale dei sostegni al reddito, coniugando per la prima volta politiche attive e passive. Non si voleva aggiungere un’altra forma di tutela a quelle che già ci sono, ma favorire e stimolare l’attivazione del lavoratore durante un periodo delicato come quello della transizione da un lavoro ad un altro.
Dopo aver costruito un sistema di welfare e di protezione sociale piuttosto importante, che ha dato, anche con l’introduzione dell’assegno unico, una risposta di contrasto a forme di esclusione sociale, con il Real abbiamo voluto creare uno strumento che spronasse le persone disoccupate ad impegnarsi il più possibile nei processi di attivazione e di utilizzo dei servizi per l’impiego”.
“Il REAL – sottolinea il vicepresidente – premia, quindi, chi non sceglie la staticità vivendo il sostegno al reddito come una misura assistenziale, ma al contrario si mette a disposizione, sfrutta i servizi proposti dai Centri per l’impiego, cerca lavoro e salda infine questo passaggio tra l’attivazione e il raggiungimento dell’obiettivo.
Il Reddito di attivazione, inoltre, contrasta il lavoro sommerso, spiazzando coloro che pensano di sfruttare tutto il tempo concesso dalla copertura attraverso i sussidi, lavorando nel contempo con contratti non regolari.
Con questa misura si chiude il cerchio: vi è, infatti, un incentivo per le imprese che assumono, un premio per gli attori della rete di servizi quando riescono a collocare i candidati ed oggi un riconoscimento anche al lavoratore disoccupato o inoccupato che partecipa attivamente e con impegno a questo percorso”.