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Provincia Autonoma di Trento
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L'INTERVISTA

L'ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO E LAVORO COMMENTA IL RAPPORTO SULL'OCCUPAZIONE



Abbiamo chiesto ad Alessandro Olivi, vice presidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, di commentare brevemente il quadro emerso dall'ultimo rapporto sull'occupazione e di indicare quali sono le iniziative che la politica può attivare a livello locale per favorire l'occupazione.
(continua)


Alessandro Olivi

L'ultimo rapporto sull'occupazione evidenzia un mercato del lavoro trentino in fase di contrazione con la crescita della disoccupazione, soprattutto di giovani e donne, ed un forte calo della domanda di lavoro delle imprese. Può commentare brevemente questo scenario? C'è tuttavia il sentore di un lieve cambio di tendenza anche in Trentino. Ci sono spiragli positivi e quali?

Gli anni di profonda crisi economico-occupazionale che hanno flagellato l'Europa dal 2008 in avanti hanno portato anche in Trentino un profondo mutamento degli assetti economici e produttivi che sono andati stabilizzandosi. Il mercato del lavoro provinciale è tuttora in fase di contrazione ed i dati del terzo trimestre 2013 mostrano un ulteriore calo dell'occupazione, soprattutto femminile e giovanile, che ci preoccupa ma anche un calo del numero dei disoccupati ed una sostanziale stabilizzazione del tasso di disoccupazione, con l'eccezione di quella femminile. A contenere i danni rispetto al ben peggiore contesto nazionale e del Nord-est, hanno contribuito in modo decisivo le varie forme di sostegno al reddito per lavoratori e famiglie, le politiche del lavoro di carattere innovativo e gli interventi a sostegno delle imprese che la Provincia autonoma di Trento ha saputo mettere in campo in questi anni. Gran parte delle nostre imprese ha saputo resistere, pur fra mille difficoltà, puntando alla riqualificazione e all'innovazione dei processi produttivi e del capitale umano e riuscendo talvolta anche a competere sul mercato internazionale. I più recenti dati economici rivelano infatti che anche in Trentino qualche segnale di ripresa c'è, a partire ad esempio dal settore manifatturiero. Oserei dire che forse il peggio è alle spalle anche se non dobbiamo mollare la presa. Una delle sfide principali a sostegno dell'occupazione sarà quella di avvicinare maggiormente il mondo della scuola a quello delle aziende, in un'alternanza continua fra saperi e lavoro. Dovremo, fra le altre cose, puntare con decisione al reinserimento dei nostri lavoratori con efficaci politiche di riqualificazione professionale mirate ai singoli contesti produttivi e favorire l'incrocio fra la domanda e l'offerta di lavoro che spesso, anche in tempi di crisi, non riescono ad incontrarsi. In Trentino per fortuna non siamo all'anno zero. Con Agenzia del lavoro dovremo continuare a cogliere tutte le sfide che ci attendono.

Le iscrizioni ai Centri per l'impiego sono state più di 13.000 solo nei primi sei mesi dello scorso anno e le fascia d'età più in difficoltà è quella dei giovani, seguita dalla fascia centrale dei lavoratori adulti 30-54enni. Tale fascia è certamente la più delicata in quanto rappresenta quella genitoriale, cioè di coloro che hanno la responsabilità anche economica della famiglia. Quali sono le iniziative che la politica può attivare a livello locale per favorire l'occupazione e quindi il benessere della popolazione?

Le iscrizioni ai Centri per l'impiego sono in continuo aumento proprio perché la crisi economica ha spinto sempre più donne, giovani e lavoratori anziani ad entrare nel mercato del lavoro. Le politiche del lavoro di questi ultimi anni in Trentino hanno contribuito in modo decisivo a favorire l'occupazione di tutte le fasce considerate deboli per il mondo del lavoro, puntando da un lato sulla formazione e la riqualificazione professionale e dall'altra a sostenere le aziende che assumono con incentivi commisurati all'età, al genere e alla durata dello stato di disoccupazione. Si è cercato di sostenere l'occupazione femminile con progetti di orientamento e riqualificazione professionale di lavoratrici al rientro dalla maternità o che erano in possesso di titoli di studio deboli e poco spendibili, prestando attenzione anche alla conciliazione fra lavoro e cura parentale. Grande attenzione è stata posta ai giovani lavoratori favorendo il loro ingresso nel mondo del lavoro tramite incentivazioni all'assunzione anche in apprendistato o con il sostegno a tirocini di orientamento e di inserimento lavorativo. Non dimentichiamo infine strumenti nuovi ed innovativi messi in campo quali il reddito di qualificazione per sostenere i giovani che lavorano e vogliono terminare gli studi. A breve verranno inoltre varate le misure previste dal "Pacchetto giovani" con attività mirate al loro inserimento lavorativo. Sugli ammortizzatori sociali è giunto il momento di passare da una logica di tipo meramente risarcitorio ad una logica di tipo proattivo, basata sul principio della condizionalità. In particolare, non è sufficiente solo sussidiare il non-lavoro ma bisogna anche accompagnare la transizione da un lavoro a un altro lavoro. Provincia, strutture pubbliche, sindacato e categorie economiche devono lavorare insieme per orientare la politica economica e generare nuovo lavoro. Questo "Patto per lo sviluppo" deve fondarsi su precisi impegni da parte di tutti. Non si può agire a comparti stagni. Vogliamo che le parti sociali, assieme alla Provincia, sottoscrivano un accordo quadro per lo sviluppo e la crescita che gradui le agevolazioni, come la riduzione dell'Irap, in base all'impegno delle aziende a sostenere l'occupazione. Dobbiamo agire su tre leve: accesso al credito, meno burocrazia e fisco. Le misure per la crescita devono però andare di pari passo con le misure di equità.